La vergogna viene definita come un turbamento o un senso d’indegnità avvertito dall’individuo quando presume di ricevere o effettivamente riceve una disapprovazione da parte degli altri riguardo il suo stato o una sua condotta. E’ un’emozione intensa ed altamente eterogenea che provoca un dolore profondo in chi la vive. Si tratta di un affetto penoso perché pregiudica l’immagine di sé rispetto agli altri e fa sentire l’individuo indegno e non meritevole. Il legame tra la vergogna e il sé dell’individuo è l’elemento che differenzia questa emozione da altre, come ad esempio la gioia e la rabbia.
Una prima distinzione da fare è tra vergogna e senso di colpa. Quest’ultimo, infatti, si presenta dopo un comportamento trasgressivo e genera nel soggetto angoscia per la punizione. E’ primitivo, mette in discussione quello che il soggetto fa e, avendo a che fare con l’azione, può essere soggetto a riparazione. La vergogna, invece, mettendo in discussione quello che il soggetto è, in termini di capacità e integrità del sé, implica poche possibilità riparative. Il senso di colpa è legato al Super-Io, che comprende le funzioni morali quali: approvazione o disapprovazione di azioni e desideri, autosservazione critica, autopunizione e esigenza di riparazione; mentre la vergogna è legata all’Ideale dell’Io, inteso come la formazione intrapsichica alla quale l’Io del soggetto fa riferimento per valutare le sue realizzazioni effettive.
La vergogna deve essere anche differenziata dall’imbarazzo. Infatti, se quest’ultimo implica la presenza di altre persone, la vergogna è un’emozione che ogni individuo può provare anche se si trova da solo. Inoltre, mentre l’imbarazzo si prova in seguito alla trasgressione di regole comportamentali sociali che possono anche non essere condivise, la vergogna segnale la rottura di regole di condotta personali e non condivise con la società.
Dal punto di vista fisiologico la vergogna è collegata al sistema simpatico e si manifesta attraverso palpitazioni, calore al viso, sudorazione, incertezza nel parlare e rossore. La persona che si vergogna tende ad evitare lo sguardo altrui poiché gli occhi degli altri vengono vissuti come giudicanti.
Quando la vergogna agisce a livello inconscio l’individuo spesso manifesta comportamenti esibizionistici che gli permettono di controbilanciare, attraverso l’esposizione, il senso di vergogna.
Il vergognarsi per un’azione deplorevole non solo è normale, ma viene anche considerata una reazione auspicabile che indica la capacità dell’individuo di mettersi in discussione e di comprendere l’effetto che le proprie azioni hanno sugli altri. Infatti, l’incapacità di provare vergogna si riscontra nelle perversioni del carattere in cui il soggetto non ha alcuna consapevolezza del proprio dolore e di quello che procura agli altri.
L’intensa sensibilità della persona verso l’emozione della vergogna può comportare effetti patologici sullo sviluppo della personalità. Si possono osservare modificazioni dello stile di vita di relazione che limitano la libertà d’azione e di espressione del soggetto per il timore di poter provare questa emozione così dolorosa. Ciò implica la comparsa di reazioni di evitamento riscontrabili nella fobia sociale. L’individuo che soffre di tale patologia è mosso da un grande desiderio di dare una buona impressione di sé agli altri che si accompagna all’insicurezza e all’incertezza sulla sua riuscita. E’ la paura del giudizio degli altri ad essere centrale nello sviluppo e nel mantenimento della fobia.
Dott.ssa Alessandra Gatti