Il costrutto di genitorialità è estremamente dinamico e complesso e non presuppone solo la nascita di un figlio reale, ma rappresenta uno spazio relazionale e mentale all’interno del quale convergono aspetti quali ad esempio: legami d’attaccamento, storia affettiva, capacità di vivere relazioni pluri-dinamiche, ossia non solo di tipo duale, senso che ha per il soggetto la propria esistenza, capacità di contenere e regolare gli stati affettivi, sentirsi unici, irripetibili, indipendenti ed autonomi, ma allo stesso tempo bisognosi di essere “pensati da qualcuno”.
Accanto a questa prima considerazione generale, il concetto di genitorialità rimanda al rapporto genitori/figli che, oltre ad essere caratterizzato da momenti unici e arricchenti, può implicare difficoltà, frustrazione e stress, talvolta difficili da gestire. Il sentirsi incapaci di “gestire” il rapporto con il proprio figlio dipende dal fatto che un neogenitore non conosce gli aspetti che caratterizzano l’evoluzione di un bambino e, per questo, si affida ai propri ricordi dell’infanzia o all’istinto per crescerlo. Molto spesso, però, l’istinto e i ricordi portano con sé elementi affettivi ed emotivi non elaborati che interferiscono con le mansioni genitoriali del presente. La genitorialità è, infatti, una funzione complessa e sempre in evoluzione, in quanto coinvolge non solo la realtà concreta, costituita ad esempio dalle personalità del genitore e del figlio, ma anche la realtà legata al mondo interno del genitore, come l’immagine interiorizzata del proprio genitore.
Con “competenza genitoriale” si intende la capacità di riconoscere i bisogni dei figli e di rispondere in modo sufficientemente adeguato, utilizzando abilità differenti capaci di accompagnare il bambino nelle diverse fasi evolutive e considerando i differenti accadimenti familiari.
Possiamo qui porre in evidenza alcune delle funzioni che caratterizzano la genitorialità, quali:
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- funzione PROTETTIVA: essa consiste nella capacità del caregiver di offrire cure adeguate al bisogno del bambino, come: accudimento, protezione fisica e sicurezza. Si tratta della funzione che influisce maggiormente sul legame d’attaccamento, in quanto è attraverso la protezione che il bambino ha la possibilità di vivere l’esperienza fondamentale che J. Bowlby ha definito “base sicura”;
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- funzione AFFETTIVA: elemento centrale della spinta evolutiva del bambino è la ricerca di “emozioni positive”. La reciproca interazione tra genitore e figlio appare guidata dalla ricerca di emozioni positive da condividere;
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- funzione REGOLATIVA: essa viene intesa come la capacità che il bambino possiede fin dalla nascita di regolare i propri stati emotivi e di organizzare l’esperienza in conseguenza di ciò. Le strategie iniziali vengono fornite dal caregiver che deve essere capace ad esempio di ascoltare, modulare l’affetto, sentirsi calmo;
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- funzione NORMATIVA: consiste nella capacità del genitore di dare dei limiti, di trasmettere al bambino una dimensione di coerenza in un ambiente strutturato. Essa riflette l’atteggiamento genitoriale di fronte alle regole sociali, alle istituzioni, alle norme, che il bambino, a partire dall’esempio genitoriale, arriva ad interiorizzare dentro di sé;
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- funzione PREDITTIVA: riflette la capacità del genitore di percepire in modo realistico l’attuale stadio evolutivo del bambino, così da intuire quei comportamenti in grado di promuovere e sviluppare il nuovo comportamento;
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- funzione TRIADICA: consiste nella capacità dei genitori di avere un’alleanza cooperativa fatta di sostegno reciproco, di capacità di lasciare spazio all’altro o di entrare in relazione empatica con il bambino e il partner;
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- funzione DIFFERENZIALE: essa implica la presenza di entrambe le funzioni, materna e paterna, nella coppia genitoriale che favorisca una modalità di relazione e uno sviluppo psichico sano. Ad esempio, nelle prime fasi evolutive, la funzione materna si ancora in una modalità relazionale duale e quella paterna è di protezione della diade e di accompagnamento verso l’apertura ad una dimensione triadica.
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- funzione TRANSGENERAZIONALE: si riferisce all’immersione del figlio dentro una storia familiare, una narrazione, quale continuum generazionale dove si inserisce la sua nascita. Tale funzione rimanda ad i rapporti tra generazioni, a come si collocano i genitori dentro le rispettive storie familiari e, ad esempio, di come si colloca la nascita del bambino all’interno di quel particolare momento della storia generazionale.
E’ fondamentale inoltre porre l’attenzione sul concetto di “genitorialità responsabile”. Un figlio non è un oggetto e, proprio per questo, è importante che il genitore non gli imponga di realizzare i propri desideri insoddisfatti. Si tratta, invece, di considerarlo come un soggetto in creazione, che deve essere rispettato nel suo percorso di ricerca e di scoperta nella costruzione di sé stesso.
Presso il Centro Psicologia Insieme, potrete trovare psicoterapeute esperte nel campo del sostegno alla genitorialità, in grado di aiutarvi ad affrontare eventuali problematiche incontrate nella crescita dei vostri figli e, se necessario, di accompagnarvi in un percorso di rielaborazione delle vostre esperienze infantili.
Dott.ssa Alessandra Gatti