Nello sviluppo infantile, uno dei passaggi più importanti è rappresentato dal conseguimento della capacità di provare sofferenza e pentimento per quello che si è fatto. Alla base di ciò vi è la capacità di mettersi nei panni degli altri, condividendone i sentimenti.
L’esperienza del provare rimorso è una caratteristica umana che prende forma dalle relazioni interpersonali presenti fin dalla nascita. Possiamo parlare di senso di colpa, come elemento disturbante e patologico, solo nelle situazioni in cui esso si presenta indipendentemente dalla minaccia immediata di una punizione esterna. La capacità di provare senso di colpa è strettamente legata alla disponibilità di sentire il dispiacere per un danno provocato, anche se involontariamente. L’atteggiamento sano dell’individuo deriva dalla capacità di mantenere un equilibrio tra i due estremi della deresponsabilizzazione o della condanna. Si tratta di un atteggiamento che deve essere mantenuto sia verso sé stessi che verso gli altri, in modo da farsi un’idea sugli accadimenti e sui comportamenti propri e altrui senza per questo arrivare a formulare dei giudizi assoluti.
Il livello più o meno intenso del senso di colpa nel soggetto adulto dipende dalla natura delle esperienze di crescita e, soprattutto, dal modello educativo a cui si è stati esposti. In presenza di adeguati modelli familiari la persona cresce sviluppando un equilibrio tra amore per sé stesso e capacità di sentirsi in colpa. Se il rimorso legato alla colpa diviene preponderante, l’individuo nel suo complesso può risentirne fortemente.
Nell’ambito psicologico si può distinguere tra due tipi di senso di colpa:
▪ senso di colpa “eterodiretto”, ovvero rispetto al mondo esterno. Nasce dal fatto che il soggetto ritiene di aver avuto molto di più delle altre persone, magari senza averlo meritato realmente. Un esempio estremo di ciò si può osservare negli individui che sopravvivono ad un incidente nel quale muore una persona a loro cara e che sviluppano un senso di colpa molto intenso per il fatto di essere sopravissute;
▪ senso di colpa “auto diretto”, ovvero nei confronti di sé stessi. Deriva da un’incongruenza tra l’immagine ideale di sé, impeccabile e sempre all’altezza della situazione, e l’immagine reale che ognuno possiede della propria persona. Questa tipologia di senso di colpa si riscontra nelle persone che sviluppano una forte autocritica e una marcata rigidità verso sé stessi come conseguenza di uno stile educazionale improntato al raggiungimento della perfezione.
Se il senso di colpa “auto diretto” ha origine dall’esterno, ovvero dalle richieste dei genitori, con il tempo il soggetto finisce con l’imporre a sé stesso degli standard ancora più elevati di quelli dei genitori, così da prevenire ogni possibile critica o rimprovero. Secondo l’ipotesi psicodinamica, questo meccanismo nasce da un bisogno di riparare una ferita narcisistica dell’io, derivante dalle continue mortificazioni a cui il bambino è stato sottoposto durante l’educazione. La pressione dei genitori a fare sempre di più, genera nel bambino un basso livello di autostima e lo spinge durante la crescita a sviluppare meccanismi compensatori quali l’imporsi delle sofferenze e delle privazioni. In virtù di ciò, la pratica clinica ha evidenziato come il senso di colpa sia una componente centrale delle condotte restrittive ed eliminatorie dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa così come nelle condotte autopunitive. Da queste ultime può derivare una terza tipologia si senso di colpa ossia quello “punitivo” in cui il soggetto si sente in colpa perché per causa sua altre persone soffrono e quindi attraverso il senso di colpa punisce sé stesso per il danno arrecato. Al contrario l’individuo equilibrato, di fronte ad un errore che può aver arrecato sofferenza ad altre persone, riesce ad investire le proprie energie in attività riparatorie volte a migliorare le condizioni degli altri e di sé stesso, invece che crogiolarsi nel senso di colpa che avrebbe su di lui un effetto annichilente.
Diverse possono essere le conseguenze psicologiche del senso di colpa. Esse comprendono:
▪ l’indecisione, che porta il soggetto nella condizione di non riuscire a risolvere le situazioni anche più semplici di vita poiché il suo senso di inadeguatezza aumenta in lui la paura di poter sbagliare che ha come conseguenza una paralisi decisionale;
▪ il bisogno eccessivo di essere amati e considerati, che deriva dal fatto che tanto più il soggetto si sente colpevole ed inadeguato tanto più ricerca una considerazione totale da parte dell’altro, che genera un circolo vizioso nel quale le continue rivendicazioni vengono costantemente frustrate.
Nel corso del lavoro clinico capita molto frequentemente di incontrare persone che si sentono in colpa per i loro disagi, problemi, difficoltà, paure. I professionisti del Centro Psicologia Insieme sono a tua disposizione, contattando il 3316575058, per qualsiasi informazioni o chiarimenti e qualora desiderassi intraprendere un percorso terapeutico in cui, attraverso un processo di conoscenza di sé stessi, è possibile scoprire la fonte del senso di colpa e liberarsi dai fardelli del passato che influenzano negativamente l’esistenza presente dell’individuo.
Dott.ssa Alessandra Gatti