Nella società odierna, l’impossibilità di procreare costituisce una difficoltà estremamente diffusa. In Italia colpisce circa il 15-20% delle coppie. Per molte unioni, in cui la nascita di un figlio rappresenta uno dei fondamenti intorno ai quali la coppia si è creata, la procreazione è una tappa fondamentale del rapporto e, quindi, il fatto di non riuscire a realizzarla rappresenta un momento di grande crisi.
Il desiderio di diventare genitori origina nell’infanzia e matura nella progettualità di coppia. Il passaggio dal desiderio alla ricerca vera e propria di un bambino, costituisce l’esito di un processo maturativo in cui le due persone creano attivamente uno spazio mentale ed affettivo per il figlio desiderato. Una coppia viene definita sterile quando non riesce a concepire dopo un anno di rapporti sessuali non protetti mediamente frequenti.
La sensazione che la coppia vive quando inizia a sospettare che possa esserci un problema è un grande senso di solitudine. I due membri sentono di essere gli unici traditi dal proprio corpo. La sterilità ha come prima conseguenza l’invasione del privato. Con il passare del tempo l’eccitazione tende a diminuire, in conseguenza del controllo da vicino della vita sessuale. Si sviluppano stati ansiosi legati, al “sesso a comando”, quando ci si avvicina al momento dell’ovulazione e da qui possono nascere problemi sessuali che aumentano i conflitti coniugali.
Essendo un aspetto dell’esistenza sul quale non si può esercitare alcun controllo, le coppie arrivano a provare una vera e propria disperazione per quello che viene vissuto come un’ingiustizia, qualcosa che non si sente di aver determinato in alcun modo.
La sterilità può determinare nella coppia uno stato di disordine psicologico che coinvolge la sfera personale e relazionale. Si parla di “crisi di vita” che genera frustrazione, stress, sentimenti di inadeguatezza e di perdita. Dopo la diagnosi di sterilità, l’aumento dell’ansia può influenzare lo status ormonale e dare origine ad una sintomatologia psicosomatica.
Le risposte emotive all’infertilità possono andare dal senso di colpa, alla depressione, alla rabbia fino all’isolamento. Si assiste ad una caduta dell’autostima, all’aumento dell’insicurezza, al generarsi di una “crisi d’identità” che si caratterizza in maniera differente in funzione del sesso.
Nelle donne si riscontrano livelli maggiori d’ansia, di perdita d’autostima, di depressione, oltre ad un maggior vissuto di perdita della fertilità. Viviamo in una società in cui il valore di una persona viene misurato anche dalla capacità di produrre. Per le donne, manifestare difficoltà procreative, può significare sentirsi deprezzate ed escluse dal mondo fertile. Spesso, la conseguenza è l’isolamento dai rapporti sociali.
Negli uomini la diagnosi d’infertilità genera una diminuzione dell’autostima, in quanto il maschio è ancora fortemente legato ad una tradizione culturale che tende a confondere fertilità e virilità e a confondere anche l’inadeguatezza sessuale con l’incapacità a generare. Tutto questo porta ad una forte perdita del senso di idoneità virile. Le reazioni dell’uomo tendono, comunque, ad essere più silenziose, anche se non mancano sensazioni di shock ed incredulità. In loro vi è spesso la tendenza a non concedersi di riconoscere e vivere le emozioni relative al problema, spesso simili a quelle femminili. La soluzione che si tende a perseguire è il concentrarsi sul lavoro: l’improduttività in un campo, viene compensata dalla superproduttività in un altro.
Abbiamo già evidenziato come un’ulteriore conseguenza della sterilità siano i disagi coniugali che emergono nella sfera sessuale. Viene inibito l’aspetto ludico dell’atto sessuale, che la coppia vive solo in funzione del tentativo di procreare, oltre alla comparsa della “paura dell’intimità” che si manifesta con una diminuzione dell’attrazione fisica verso il partner, del desiderio e del grado di soddisfacimento sessuale e una mancanza d’iniziativa nell’intraprendere l’atto sessuale. In generale, i disturbi sessuali più frequenti nella coppia sterile sono: per le donne, vaginismo e diminuzione del desiderio; per gli uomini, difficoltà dell’erezione, disturbi del desiderio e dell’eiaculazione. Rispetto alle possibili origini del problema alcuni ritengono che alla base vi siano disturbi emozionali cronici e problemi psicosociali; altri ritengono che possa essere l’esperienza dell’infertilità in associazione alle lunghe ed invasive indagini diagnostiche a determinare un forte disagio psicosociale e sessuale che contribuiscono al mantenimento, se non al peggioramento, dell’infertilità; altri ancora pensano che non sia possibile operare una netta distinzione tra cause ed effetti, tra fattori psichici e somatici, in quanto questi interagiscono tra loro in un complicato intreccio di variabili.
Proprio per la particolarità della situazione e la sofferenza che ne deriva può essere estremamente utile intraprendere un percorso psicologico che può andare da un semplice supporto ad una vera e propria psicoterapia.
Se lo desideri, puoi contattare il Centro Psicologia Insieme al 3316575058 per fissare un primo appuntamento per valutare quale intervento tra: trattamenti psicodinamici di coppia o individuali, terapie sessuali di coppia, tecniche di rilassamento e di riduzione dello stress sia il più idoneo. Il fine di questi interventi non è di ottenere un concepimento, ma di facilitare la risoluzione della crisi d’infertilità e di contenere possibili scompensi in soggetti che portano con sé delle potenziali psicopatologie sottostanti. La consulenza, inoltre, può essere d’aiuto nell’affrontare i trattamenti di fecondazione assistita e il loro eventuale fallimento, oltre a permettere alla coppia di avere uno spazio in cui potersi confrontare rispetto ad altri possibili scenari come l’adozione o un progetto di vita senza figli.
Dott.ssa Alessandra Gatti