Il Mobbing è un fenomeno sociale fortemente diffuso. La reiterazione e il protrarsi nel tempo della molestia psicologica e morale comportano spesso la riduzione dello stato di salute e del benessere della persona vessata.
Il “mobbizzato” può arrivare a perdere il lavoro, subendo così un pesante danno finanziario, e un crollo della sua immagine sociale. Oltre a ciò, i danni più dolorosi e rilevanti sono quelli legati alla sfera psicologica. Le conseguenze del mobbing possono implicare:
– alterazione dell’equilibrio socio-emotivo, che si può manifestare attraverso depressione, ansia, attacchi di panico, ossessioni, anestesia emozionale …
– alterazione dell’equilibrio psicofisico, che si può manifestare con disturbi gastrointestinali, vertigini, dermatosi, cefalea …
– disturbi comportamentali, come: reazioni aggressive verso se stessi e gli altri, modificazioni del comportamento alimentare, passività …
Lo scopo del mobbing appare essere quello di “eliminare” una persona che per qualche motivo è divenuta “scomoda”, distruggendola a livello psicologico e sociale, così da provocarne il licenziamento o da spingerla alle dimissioni.
Gli effetti del mobbing tendono ad aumentare e a divenire sempre più gravi man mano che le aggressioni e le prevaricazioni proseguono nel tempo. Sono state individuate quattro fasi attraverso cui si sviluppano i danni:
– Prima fase: con l’inizio del conflitto e degli attacchi la vittima inizia a manifestare un certo malessere e nei primi sei mesi compaiono i primi sintomi psicosomatici, come: insonnia, incubi, inappetenza, solitudine con ripiegamento su di sé.
– Seconda fase: è quella in cui si passa dal mobbing al terrore psicologico. Dai 15 ai 18 mesi si crea uno stato cronico di ansietà e dai 2 ai 4 anni dall’inizio del conflitto appaiono disturbi, quali: depressione, fobie, pensieri ossessivi.
– Terza fase: è la fase in cui anche l’ufficio del personale si inserisce attivamente nella strategia di abusi sulla vittima, ritenendola responsabile di tale situazione. E’ così che il lavoratore si trova sempre più isolato.
– Quarta fase: il soggetto ormai provato da un lungo periodo di sofferenza, a livello psicologico può manifestare aggressività o contro di sé, fino al suicidio, o verso la famiglia, compromettendo le sue relazioni interpersonali più strette. Economicamente, la vittima, lavorando meno e male e assentandosi spesso per malattie, subisce perdite.
A livello psicologico le vittime del mobbing spesso raccontano di vivere: profondi sensi di solitudine e di isolamento; sensi di colpa legati al sentirsi responsabili per ciò che sta accadendo, in quanto il comportamento del “mobber” appare talmente irrazionale ed inspiegabile, che il “mobbizzato” è spinto a cercare le cause di ciò che sta avvenendo nel proprio comportamento; vergogna, che come già accennato sopra, può spingere il soggetto a nascondere i sintomi del suo disagio, mentendo agli altri rispetto al suo umore, così da non riuscire a reagire adeguatamente e a cercare aiuto.
Se senti di avere problemi lavorativi valuta la possibilità di rivolgerti agli esperti del Centro Psicologia Insieme che possono aiutarti con un percorso di psicoterapia volto alla risoluzione della sintomatologia derivante dal mobbing e all’analisi delle profonde conseguenze che quest’esperienza ha avuto sulla tua vita in modo da ritrovare la serenità.
Dott.ssa Alessandra Gatti